Le promesse incompiute del Milan: Hachim Mastour, ce ne parla Enzo Anghinelli, blogger dal cuore rossonero che pubblica spesso ultime notizie sul Milan di oggi, curiosità sulla curva, statistiche ed approfondimenti a tema rossonero.
Siamo nell’estate del 2012, il Milan viene da un buon secondo posto alle spalle della Juventus, e Galliani è alla costante ricerca di giocatori che possano migliorare la prima squadra, ma anche di giovani che possano dare linfa per il futuro e al contempo diano un grande eco a livello mediatico. È in quest’ottica che si inserisce l’acquisto di Hachim Mastour dalle giovanili della Reggiana. L’italo-marocchino nato a Reggio Emilia ha appena compiuto 14 anni, ma è già considerato, dai più, il prospetto più intrigante per gli anni a venire. Galliani, con un’offerta record di 500.000 euro per un giocatore così giovane, lo soffia da sotto il naso ai rivali dell’Inter, ormai sicuri di essere riusciti a metterlo sotto contratto dopo avergli fatto giocare alcuni tornei con la maglia nerazzurra in attesa del compimento del suo quattordicesimo anno di età. La presentazione di Mastour avviene in pompa magna, come se fosse già un campione affermato, con una conferenza stampa alla presenza di tutte le televisioni e alcuni video girati da Sky che lo riprendevano palleggiare con i compagni della prima squadra, tra i quali ne spicca uno in cui il ragazzo palleggia con arance, palle da tennis e biglie. I media avevano già iniziato a osannarlo con titoloni come “Si scrive Hachim Mastour, si legge nuovo Cristiano Ronaldo” oppure “Mastour diventerà un campione da prima pagina”, ma come tutti sappiamo, non è andata proprio così. Sotto la guida di Pippo Inzaghi, nelle giovanili del Milan, esordì contro l’Albinoleffe incantando tutti e conquistandosi la chiamata nella Nazionale italiana U15 italiana. Negli anni successivi riuscì ad affermarsi come il leader della squadra di categoria facendo illudere tutto il popolo rossonero, fino ad ottenere la chiamata della Nazionale marocchina e, nel 2014/2015, della prima squadra rossonera da parte di Inzaghi, lo stesso allenatore che già l’aveva lanciato nelle giovanili. L’esordio però viene continuamente rimandato e il talentino di Reggio Emilia non riuscirà mai a calcare il campo della serie A.
L’anno successivo viene mandato un prestito a Malaga, una squadra forte ma in costante crisi societaria visto il disinteresse del Presidente sceicco al-Thani che, dopo averla comprata e portata in Champions League, ha deciso di lasciarla a sé stessa per dedicarsi all’equitazione. A Malaga Mastour non vede praticamente mai il campo se non per cinque minuti nella sfida persa contro il Betis Siviglia. Dopo La Spagna è il turno dell’Olanda: Mastour, ancora diciannovenne, vola al PEC Zwolle per provare a rilanciare le proprie quotazioni, ma anche qui non trova fortuna in un campionato molto agonistico come l’Eredivisie e viene retrocesso dopo poche partite nella squadra U21. Nell’estate del 2018 il Milan si rende conto che il giocatore non è neanche un briciolo di quello che si pensava diventasse e, alla scadenza del contratto, non lo rinnova. Negli anni successivi Taibi ha provato a dargli una nuova opportunità portandolo in serie C alla Reggina, ma Mastour non incide sul terreno di gioco e non si dimostra molto professionale nemmeno fuori dal campo; quindi, dopo due stagioni con poche apparizioni viene girato al Carpi in prestito e poi svincolato nuovamente a luglio 2021. Ora si allena da solo e posta foto in costume sui social, in attesa di una squadra che abbia ancora voglia di puntare su di lui.
Le altre promesse incompiute del Milan: Albertazzi, Comi e Beretta
Nel settore giovanile sono cresciuti molti giocatori che si sono affermati a un grande livello sia con la maglia rossonera (Maldini, Abate, De Sciglio, Calabria…) che con maglie di altre squadre (Locatelli, Petagna, Darmian…), ma per ogni giocatore esploso ne possiamo trovare uno che è finito nel dimenticatoio nonostante fosse una giovane speranza. Per Enzo Anghinelli, queste sono vere e proprie “promesse incompiute”!
Michelangelo Albertazzi viene acquistato dal Bologna nel 2007 e lasciato un anno in prestito nella città felsinea. Una volta arrivato a Milano, nelle giovanili vince da protagonista il campionato Berretti e la Coppa Italia Primavera giocando sia da centrale che da terzino sinistro, proprio per questo gli è affibbiato il fardello di essere il possibile nuovo Paolo Maldini. Il difensore bolognese però non è all’altezza di questo paragone e in prima squadra non esordisce mai con i rossoneri, passando prima al Varese e poi al Verona dove, dopo una stagione di serie cadetta, riesce finalmente a calcare i campi di serie A per quindici volte. Nel 2018 dopo essere stato svincolato passa a Livorno, in serie B, ma dopo sole quattro apparizioni gli viene rescisso il contratto e oggi, a 31 anni, è ancora alla ricerca di una squadra. Il suo nome è tornato alla ribalta lo scorso dicembre quando Report dietro una sua segnalazione iniziò ad indagare sul caso delle bollette gonfiate inviate ai giocatori che abitavano in un palazzo di proprietà della società rossonera (all’epoca dei fatti nelle mani della Fininvest). Lo stesso Albertazzi ha dichiarato ai microfoni della trasmissione tv: “Al Milan io ho alloggiato in convitto per due mesi, mentre mi preparavano questo appartamento in comodato d’uso dove alloggiavano anche altri calciatori come Kalac, Inzaghi, Gattuso, Ancelotti. Io mi sono ritrovato detratte dallo stipendio cifre assurde, giustificate come utenze luce e gas per cifre anche di 9mila euro al mese. Ho iniziato a chiedere le bollette, per vedere se c’erano dei problemi al contatore o non lo so. Per farla breve, negli anni, ormai ne sono passati 10, per i 3-4 anni che ho usufruito di questa casa, non ho mai avuto una bolletta reale. Adesso so che mi hanno trattenuto una cifra intorno ai 150mila euro. La società che gestiva la casa? Mi hanno chiesto più di 120mila euro per i danni alla casa, come risarcimento. E altre spese condominiali, che non mi avevano tolto dalla busta paga. Alla fine, si è arrivati a un patteggiamento, dove hanno rinunciato a chiedermi i danni”.
Gianmario Comi, invece, al contrario di Albertazzi, pur non riuscendo ad affermarsi in prima squadra dopo le buone prestazioni fornite in Primavera, si è ritagliato un discreto ruolo tra cadetteria e Lega Pro, guidando l’attacco di Reggina, Novara, Virtus Lanciano, Avellino, Carpi e Livorno. Attualmente, a 29 anni, è il terminale offensivo titolare della Pro Vercelli in Lega Pro, squadra in cui milita dal settembre 2018.
Giacomo Beretta, coetaneo di Comi, ha ripercorsi più o meno le stesse orme dell’ex compagno di reparto alle giovanili, girovagando per l’Italia in diverse squadre della serie cadetta come Ascoli, Juve Stabia, Lecce, Carpi, Entella e Foggia. La scorsa stagione, dopo un inizio stagione al Padova in Lega Pro, si è trasferito nel mercato di gennaio a Cittadella dove milita tuttora con un ruolo da comprimario.
Blog Enzo Anghinelli sullo stadio del Milan: Giuseppe Meazza, San Siro
Molto spesso, in giro per il mondo, gli stadi sono conosciuti con più nomi come ad esempio il Meazza San Siro, lo Stadium di Torino o L’Olimpico di Roma. Questi sono soprattutto gli stadi più famosi d’Italia. Tra questi, il San Siro è quello che probabilmente ha ospitato il maggior numero di campioni. Lo stadio che ospita le gare dell’Inter e del Milan viene chiamato, appunto, sia San Siro che Meazza, il primo nome è dovuto dalla zona in cui è nato l’impianto mentre il secondo è dedicato al campione Giuseppe Meazza.
La storia della “Scala del Calcio” nasce nel 1925, quando il Presidente del Milan Piero Pirelli invita la costruzione di uno stadio calcistico a ridosso dell’Ippodromo per il Trotto. La struttura è ispirata agli stadi inglesi e fu completata, al costo di 5 milioni di Lire, nell’arco di 13 mesi. Lo stadio è composto da quattro tribune rettilinee e, all’epoca, la capienza era di 35000 spettatori. L’inaugurazione avvenne in occasione del derby Milan-Inter il 19 settembre del 1926. Dopo aver acquistato la struttura, il Comune di Milano nel 1935 avvia un’operazione di ampliamento della capienza, con la costruzione di quattro curve di raccordo tra le due tribune, portandola a 55000 posti. Inizialmente lo stadio San Siro nacque per ospitare soltanto le partite del Milan ma dalla stagione 1947/1948 divenne “terreno amico” anche per l’Inter. Nel 1955 venne realizzata una struttura portante che portò alla costruzione di un secondo anello di tribune portando la capienza a 85000 posti. Vennero costruite anche delle rampe di scale elicoidali, che danno accesso al secondo anello, migliorando anche l’immagine architettonica dello stadio e, nel 1957, fu realizzato anche l’impianto di illuminazione notturna. Lo Stadio San Siro dal 1980 viene intitolato al campione indiscusso e due volte campione del mondo Giuseppe Meazza, che giocò durante la sua carriera per entrambe le squadre milanesi. Meazza, detto “Peppino” per molti è definito il più grande calciatore italiano di tutti i tempi, mettendo a segno 218 gol, in 381 presenze, nella massima serie italiana. Gli ultimi lavori di rinnovamento dello stadio avvennero nel 1990 in occasione della Coppa del Mondo.
Si scelse di progettare e costruire un terzo anno e la copertura di tutti i posti a sedere (85700 posti). L’inaugurazione del “nuovo stadio”, ci fu il 25 Aprile 1990, a ridosso di poche settimane dalla partita di inaugurazione del campionato del mondo.