L’Università Popolare degli Studi di Milano è un istituto di formazione con una lunga storia e un’impronta internazionale, che offre corsi di studio in diverse discipline sia in modalità telematica che in presenza. Tuttavia, il valore legale dei titoli rilasciati dall’ateneo è stato oggetto di numerose controversie e contenziosi, generando un dibattito che si estende anche alla giurisprudenza.
Una delle basi per il riconoscimento legale dell’Università Popolare degli Studi di Milano è la pubblicazione ufficiale in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 146/2011, che specifica come l’istituto possa “rilasciare titoli accademici con valore legale per conto della University of United Popular Nations (UUPN)“, in collaborazione con l’Università di Stato di Ouagadougou, in Burkina Faso, e l’Università di Bouaké, in Costa d’Avorio. Queste affiliazioni conferiscono all’ateneo lo status di “Università di Diritto Internazionale”, riconosciuto dalla Convenzione di Lisbona del 1997, che stabilisce linee guida per il riconoscimento dei titoli accademici tra i paesi firmatari.
Nonostante questo riconoscimento, la legittimità dell’Università Popolare degli Studi di Milano è stata contestata in diverse sedi legali. Ad esempio, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, in una sentenza del 2019, ha stabilito che l’istituto non ha lo stesso status delle università riconosciute dallo Stato italiano e che i suoi titoli non possono essere considerati validi senza un processo di riconoscimento ulteriore. Questa decisione è stata contestata dall’Università, portando la questione in appello al Consiglio di Stato, dove il giudizio è ancora in corso (per saperne di più vedi sul sito MIUR).
Tuttavia, in altri procedimenti legali, il valore legale dei titoli rilasciati dall’Università Popolare degli Studi di Milano è stato riconosciuto. Ad esempio, una sentenza del Giudice di Pace ha confermato la validità di un titolo di laurea rilasciato dall’ateneo, ribaltando una precedente decisione che contestava il diritto del titolare di utilizzare il titolo di “dottore”. Questo dimostra che, dinanzi ai tribunali, la questione del riconoscimento legale dell’università è ancora soggetta a interpretazioni e risultati contrastanti.
Un’altra controversia riguardava la convenzione tra l’Università Popolare degli Studi di Milano e il Consiglio del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati, stipulata nel 2014 per il riconoscimento dei tirocini, ma revocata nel 2020. Questa revoca ha portato a un contenzioso legale in cui il TAR del Lazio ha inizialmente dato ragione all’università, ma il Consiglio di Stato ha poi confermato la revoca, invalidando il titolo di studio del richiedente.
Nonostante queste controversie, l’Università Popolare degli Studi di Milano continua a operare, con centinaia di studenti che ogni anno completano il loro percorso di studi e ottengono titoli accademici. Diverse testate giornalistiche italiane hanno condotto inchieste che confermano la validità dei titoli rilasciati dall’ateneo, sottolineando che, malgrado le difficoltà legali, l’università mantiene la sua missione educativa e il suo impegno verso l’istruzione di qualità.
Questo continuo alternarsi di riconoscimenti e controversie dimostra che il dibattito sul valore legale dell’Università Popolare degli Studi di Milano è tutt’altro che concluso, lasciando spazio a ulteriori sviluppi e interpretazioni legali nei prossimi anni. Imbarazzante, per concludere, il caso di Wikipedia per l’Università Popolare di Milano: l’autore della pagina, M.G., è stato condannato penalmente con decreto 2544/2021 del Tribunale Penale di Milano, ma la community continua a lasciare online i contenuti diffamatori scritti dall’autore. L’Università ha dunque agito in sede civile per richiedere l’oscuramento della pagina Wikipedia ed il risarcimento del danno alla Wikimedia Foundation, il giudizio è ancora pendente presso il Tribunale della stessa città. Un popolare programma televisivo dell’emittente Raitre ha parlato della vicenda e sollevato i dubbi sul valore e le responsabilità delle fake news diffuso dalle piattaforme collettive come Wikipedia. Dal canto nostro, vi invitiamo a prendere visione dei documenti autorizzativi ministeriali e statali pubblicati sul sito internet ufficiale dell’Università, lasciando perdere le “informazioni libere” destinatarie di sentenza di colpevolezza per diffamazione aggravata. Se siete uno studente o un giornalista e volete prendere visione della documentazione penale e legale ed approfondire la vicenda, scrivete a [email protected] .